Oltre la metà si orienterà invece verso un mezzo a benzina: è quanto emerge dall’ultimo barometro della mobilità di AXA, elaborato in collaborazione con l’Istituto di ricerca Sotomo. Peraltro, contrariamente a quelle che sono le intenzioni concrete sui prossimi acquisti, il sondaggio conferma l’atteggiamento generale già registrato lo scorso anno: circa il 60 per cento della popolazione si dice possibilista sull’acquisto di un’auto elettrica, mentre per un quarto degli intervistati l’opzione è totalmente esclusa.
«Il calo di popolarità dell’auto elettrica sembra quindi più legato a difficoltà pratiche che non al montare di un rifiuto di ordine ideologico», spiega il direttore di Sotomo Michael Hermann. Circa la metà degli intervistati afferma che, per valutare l’acquisto di un'automobile elettrica, si dovranno necessariamente migliorare l’autonomia dei mezzi, la disponibilità dei punti di rifornimento e i prezzi al pubblico; in altre parole ciò significa che la mobilità elettrica ha un grande potenziale inespresso.
Scetticismo sulle batterie usate
L’auto elettrica non ha ancora un mercato dell’usato degno di questo nome: se attualmente il 45 per cento delle vetture in circolazione con motore a combustione è stato acquistato di seconda mano, per le elettriche il dato si ferma al 9 per cento. Fra gli stessi potenziali acquirenti di auto elettriche sono numerosi gli scettici sull’usato; e la riserva di gran lunga più diffusa riguarda la batteria. Il 68 per cento esprime infatti alcune perplessità sulla durata e sulla qualità degli accumulatori; seguono la difficoltà di valutare le condizioni del veicolo (38%), remore nei confronti delle novità tecnologiche (27%) e una scelta più ridotta di modelli (24%).
Da qualche tempo tuttavia, prima dell’acquisto di un usato, è possibile richiedere una certificazione che attesta le condizioni reali della batteria, indipendentemente dal costruttore. «Un test batteria, come quello proposto con corsia privilegiata da AXA alla propria clientela, attesta con certezza le condizioni del componente spesso più costoso di un’auto elettrica», spiega Jérôme Pahud, responsabile Assicurazioni mobilità e membro del Centro di competenza AXA per la mobilità. Si tratta di un servizio, attualmente ancora piuttosto sconosciuto, che aiuterebbe parecchie persone a superare le riserve verso l’acquisto di una vettura elettrica usata. Un’evoluzione di questo tipo sarebbe oltremodo auspicabile, non ultimo perché la quota di auto elettriche in leasing, attualmente pari al 23 per cento, è circa il doppio rispetto alle vetture con motore a combustione interna (11%) e, alla scadenza del contratto di leasing, il destino delle auto in locazione è quello di arrivare sul mercato dell’usato.
Stazioni di rifornimento per affittuari e colonnine di ricarica pubbliche: si può fare meglio
Un’infrastruttura di ricarica adeguata è essenziale per la praticabilità dell’opzione «auto elettrica» nella vita di tutti i giorni: questo presuppone la disponibilità di parcheggi privati dotati di stazioni di ricarica domestiche. Ben pochi riescono infatti a immaginare di possedere un mezzo elettrico se a casa non dispongono almeno di una possibilità di ricarica. Ma qui esiste una differenza fondamentale fra chi abita in casa propria e i semplici inquilini: questi ultimi infatti attualmente non possono installare una stazione di ricarica senza il consenso del proprietario. Inoltre gli appartamenti in affitto, a differenza delle case di proprietà, in genere dispongono più raramente di parcheggi adatti allo scopo. Di conseguenza solo il tre per cento dei nuclei familiari in affitto possiede almeno un’auto elettrica, mentre il dato sale al 14 per cento per chi vive in casa propria; anche le previsioni di acquisto di un mezzo elettrico risultano più rare fra gli affittuari.
Né si deve dimenticare l’importanza delle stazioni di ricarica pubbliche che, a quanto pare, lasciano ancora parecchio a desiderare per facilità di impiego. È quello che sostiene il 53 per cento degli utenti di auto elettriche che considera le colonnine di rifornimento pubbliche scarsamente o per nulla user-friendly. Per contro, la maggioranza di questi ritiene adeguata la disponibilità di punti di rifornimento pubblici in Svizzera.
Soddisfazione per chi passa all’auto elettrica
Appare chiara la soddisfazione di chi ha avuto il coraggio di cambiare: l’80 per cento dei proprietari di auto elettriche intende confermare la propria scelta al successivo acquisto. Chi l’ha già provata, apprezza il piacere di guida e il comfort di marcia di un’auto elettrica molto più di chi non si sia mai messo alla guida di un mezzo di questo tipo. Gli stessi possessori, cioè utenti che erano già convinti della tecnologia alla base della trazione elettrica, dopo l’acquisto si dicono positivamente sorpresi dall’esperienza di guida, in particolare dalla bruciante accelerazione. Se più persone avessero occasione di sperimentare direttamente tali emozioni, è probabile che l’elettromobilità ne riceverebbe un ulteriore impulso.
Incentivi? Nì.
Gli incentivi governativi possono dare una mano a promuovere l’elettromobilità. In Svizzera i pareri sono contrastanti: «Il 42 per cento dei cittadini elvetici auspica maggiori incentivi finanziari per la mobilità elettrica da parte del governo. A questi fa da contraltare un terzo degli intervistati, che invece chiede minore sostegno», afferma Hermann. L’appoggio più convinto è quello per il finanziamento delle stazioni di ricarica private, che raccoglie il 43 per cento dei consensi. Incontrano un discreto favore (29%) anche le sovvenzioni all’acquisto.
Sebbene la maggioranza propenda per una superiore promozione dell’elettromobilità che non per un contenimento della stessa, attualmente la politica pare avere preso la direzione contraria. Nei prossimi anni il Consiglio federale intende introdurre un’imposta sostitutiva per i veicoli a trazione alternativa, che comporterà quindi un ulteriore rincaro per questa forma di mobilità. Sorprende tuttavia che fra i possessori di auto elettriche prevalgano i favorevoli nei confronti di tale tributo: la maggioranza è insomma disposta a pagare per un’infrastruttura stradale efficiente e adeguata alle esigenze della mobilità individuale. Cala invece ancora, dal 38 al 33 per cento rispetto al sondaggio precedente, la quota di favorevoli al bando totale per i motori a combustione interna deciso dall’UE.
Resiste l’immagine dei motori a combustione interna
In fatto di immagine e prestigio le auto elettriche reggono il confronto diretto con le vetture tradizionali: un terzo degli intervistati vede le elettriche più che altro come uno status symbol, esattamente come un altro terzo associa tale caratteristica alle motorizzazioni convenzionali. Le auto elettriche invece non godono di alcun vantaggio di immagine rispetto a quelle tradizionali: da questo punto di vista gli intervistati giudicano le due tipologie di trazione molto simili. Circa il 60 per cento valuta positivamente l’immagine di auto elettriche e a combustione interna. «Nonostante l’infuriare del dibattito sul clima, per gli svizzeri le auto con motore a combustione interna non rappresentano il male assoluto», commenta Hermann.
Priorità all’ambiente
Per chi ha acquistato un’auto elettrica tuttavia la motivazione principale è di stampo ecologico: l’83 per cento dichiara infatti che la propria scelta è stata dettata, fra l’altro, dalla volontà di contribuire alla tutela ambientale. Anche chi pensa di passare all’elettrico alla prima occasione, cita la protezione dell’ambiente come ragione principale. Al contrario, chi propende per una vettura tradizionale considera più frequentemente costi (69% rispetto al 54%), comfort (58% rispetto al 47%), marchio (44% rispetto al 25%) e dimensioni (31% rispetto 24%). Questo genere di utenti si orienta più spesso verso vetture di grandi dimensioni rispetto a chi desidera acquistare un’auto elettrica: a quanto pare questi ultimi «non si concedono» l’acquisto di una vettura di grandi dimensioni solo perché la loro priorità è utilizzare un mezzo a ridotte emissioni di anidride carbonica.
Qualità tedesca: un must anche per l’elettrico
La predilezione del consumatore svizzero per le case tedesche resta una costante: la Germania si conferma al vertice delle preferenze, tanto per le auto elettriche quanto per quelle tradizionali. Dichiara di essere orientato verso marchi tedeschi l’82 per cento dei futuri acquirenti di auto elettriche, mentre i «filogermanici» tra quanti cercano una vettura con motore a combustione interna si attestano al 79 per cento. Seguono, in ordine di preferenza, le auto svedesi, giapponesi, francesi, italiane e sudcoreane.
Le difficoltà delle elettriche cinesi
Nel complesso la Cina è di gran lunga il produttore di auto elettriche meno apprezzato. Solo il 17 per cento degli aspiranti acquirenti ritiene di potersi orientare verso un modello cinese. Le motivazioni di questo atteggiamento hanno generalmente poco a che fare con la tecnologia automobilistica, poiché le più citate sono il disaccordo con le politiche del governo (43%), le condizioni di lavoro poco dignitose (38%) e una produzione poco attenta alle conseguenze ambientali (32%). Solo il 14 per cento degli intervistati dichiara di non voler acquistare auto elettriche cinesi (anche) per la scarsa qualità. Tutto questo lascia supporre che i prodotti provenienti dal mercato cinese probabilmente avranno vita dura sul mercato svizzero, anche se dovesse trattarsi di modelli competitivi. Nel nostro Paese tuttavia i costruttori cinesi sono ancora in gran parte poco noti. La qualità positiva più spesso menzionata delle auto elettriche cinesi è il prezzo contenuto: il 71 per cento di quanti non escluderebbero di acquistare un prodotto cinese cita appunto la spesa come motivazione principale. (AXA/hzi/ps)
Sullo studio
Il Barometro della mobilità AXA è nato in collaborazione con l’istituto di ricerca Sotomo. Lo studio rappresentativo, con 1 800 intervistati, è stato condotto per la seconda volta nel 2024 tramite un sondaggio online. La base da cui sono stati individuati gli intervistati è costituita dalla popolazione residente, linguisticamente integrata e maggiore di 18 anni, della Svizzera tedesca e francese. I dati sono stati raccolti fra il 11 e l’24 aprile 2024, gli intervistati sono stati selezionati tramite gli online panel di Sotomo e Bilendi.