L'11 gennaio 2020, le autorità sanitarie della città di Wuhan, nella Cina centrale, hanno annunciato che un uomo di 61 anni era morto a causa delle complicazioni di una polmonite causata da un virus precedentemente sconosciuto.

Questa rivelazione è arrivata dopo che le autorità avevano segnalato decine di infezioni nel corso di diverse settimane da parte dell'agente patogeno successivamente denominato SARS-CoV-2 e considerato la causa della malattia Covid-19.

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Ha poi scatenato una pandemia globale che, ad oggi, ha ucciso più di sette milioni di persone e modificato profondamente gli stili di vita in tutto il mondo, anche in Cina.

Sabato non c'è stata alcuna commemorazione ufficiale da parte dei media ufficiali di Pechino, strettamente controllati.

Il Partito Comunista al potere ha bloccato il dibattito pubblico ed evitato qualsiasi riflessione sulle restrizioni draconiane da quando le ha radicalmente abbandonate alla fine del 2022.

Sui social network, molti utenti sembravano ignari dell'anniversario. Alcuni video che circolano su Douyin (la versione cinese di TikTok) citano la data ma ripetono la versione ufficiale degli eventi.

«Il tempo vola»

Sulla popolare piattaforma Weibo, gli utenti che gravitano sull'ex account di Li Wenliang - il medico informatore finito sotto inchiesta per aver diffuso le prime informazioni sul virus - non hanno fatto riferimento diretto all'anniversario.

«Dottor Li, è passato un altro anno», si leggeva in un commento di sabato. «Il tempo vola così velocemente».

Le commemorazioni online sono state poche anche a Hong Kong, dove Pechino ha in gran parte soffocato le voci dell'opposizione quando nel 2020 ha imposto alla città semi-autonoma un'ampia legge sulla sicurezza nazionale.

A differenza di altri Paesi, la Cina non ha eretto grandi monumenti alla memoria di coloro che hanno perso la vita durante la pandemia.

Sono state rilasciate poche informazioni sull'identità della prima vittima di Covid, a parte il fatto che era un'assidua frequentatrice di un mercato ittico di Wuhan dove si ritiene che il virus sia circolato durante l'epidemia iniziale.

Nei giorni successivi alla sua morte, altri Paesi hanno segnalato i primi casi della malattia, dimostrando che gli sforzi ufficiali per contenerne la diffusione erano falliti.

La Cina è stata successivamente criticata dai governi occidentali per aver presumibilmente nascosto la trasmissione precoce del virus e cancellato le prove delle sue origini, sebbene Pechino abbia sostenuto con veemenza di aver agito in modo deciso e trasparente.

Secondo l'OMS, la Cina ha riportato ufficialmente quasi 100 milioni di casi di Covid e 122.000 decessi fino ad oggi, anche se il numero reale probabilmente non sarà mai conosciuto. (awp/mc/ps)