In Svizzera il tasso di persone occupate indica che le persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni sono ben integrate nel mercato del lavoro nel raffronto internazionale. Tuttavia, se si perde il lavoro a questa età, spesso è difficile reinserirsi nel contesto professionale. Inoltre, il tasso di persone occupate che hanno superato i 65 anni in Svizzera è solo nella media nel raffronto internazionale e negli ultimi anni ha ristagnato. «Alla luce di questa situazione, abbiamo intervistato oltre 1000 responsabili delle decisioni in materia di personale, come specialiste e specialisti HR, membri del comitato di direzione e altro personale dirigente, sulla politica del personale over 55 nella loro impresa», spiega Andreas Christen, responsabile Research Previdenza presso Swiss Life Svizzera.

Partner-Inhalte
 
 
 
 
 
 

Nella maggior parte dei casi vi è la possibilità di continuare a lavorare in età pensionabile, ma solo di rado viene promossa

Quasi nessuna impresa auspica esplicitamente il pensionamento anticipato o lo promuove. La maggior parte dei datori di lavoro intervistati afferma che prevede la possibilità di continuare a lavorare in età pensionabile. Tuttavia, circa la metà di loro dà risposte passive, ad esempio dichiarando che è «possibile», ma che tale possibilità non viene promossa. Solo il 14% promuove attivamente il lavoro in età pensionabile. Il 16% non lo promuove, ma lo auspica espressamente. Alla domanda su quale sia l’età di pensionamento ideale per gli uomini dal punto di vista dell’impresa, il 46% indica un’età inferiore ai 65 anni. Solo il 15% ritiene ideale un’età di pensionamento di 66 anni o più. Per le donne, addirittura il 58% dei datori di lavoro ritiene che l’età di pensionamento ideale sia inferiore ai 65 anni.

La maggior parte dei datori di lavoro assumerebbe persone oltre i 55 anni

Il 40% dei datori di lavoro afferma di essere in linea di massima disposto ad assumere persone oltre i 55 anni, un ulteriore 38% sarebbe «piuttosto» disposto a farlo. La disponibilità ad assumere persone a partire dai 65 anni, invece, è nettamente inferiore: solo il 16% lo farebbe senza alcun dubbio e il 28% probabilmente. Nonostante la disponibilità espressa dalla maggioranza dei datori di lavoro interpellati di assumere persone che hanno superato i 55 anni d’età, di fatto queste ultime rappresentano solo l’8% di tutte le nuove assunzioni, sebbene questa fascia d’età costituisca il 23% di tutte le persone esercitanti un’attività lucrativa. Una quota tanto bassa è probabilmente dovuta anche alla scarsa disponibilità di cambiare impiego da parte del personale stesso in quella fascia d’età e non solo ai datori di lavoro. I datori di lavoro intervistati tendenzialmente sono dell’opinione che le candidate e i candidati oltre i 55 anni offrano più esperienza, competenza specialistica e affidabilità rispetto alle candidate e ai candidati tra i 25 e i 40 anni. Per contro, a chi si candida a una certa età i datori di lavoro associano più costi, meno dimestichezza con l’informatica e meno flessibilità.

Molti datori di lavoro credono che le collaboratrici e i collaboratori tendano a non voler continuare a lavorare dopo i 65 anni

«Molti datori di lavoro sono scettici riguardo alla capacità e alla volontà del personale di continuare a lavorare in età pensionabile», afferma Nadia Myohl, Researcher Previdenza presso Swiss Life Svizzera. Infatti, solo il 29% concorda appieno con l’affermazione secondo cui la maggior parte delle collaboratrici e dei collaboratori sarebbe in grado di lavorare fino a 66 o 67 anni, ma solo il 23% si dichiara totalmente in disaccordo. Il 70% ritiene che la disponibilità delle e dei dipendenti a lavorare oltre l’età di riferimento sia scarsa. Complessivamente, solo il 19% dei datori di lavoro pensa che sia capacità che disponibilità a continuare a lavorare dopo i 65 anni siano elevate. Quanto più i datori di lavoro intervistati ritengono che il personale sia in grado di lavorare dopo i 65 anni, tanto più promuovono tale opzione e dichiarano la loro disponibilità ad assumere persone meno giovani.

Nonostante la carenza di personale specializzato, solo poche imprese promuovono l’occupazione di over 65

Circa la metà dei datori di lavoro intervistati ritiene difficile trovare personale qualificato. Sullo sfondo dell’invecchiamento demografico e dell’ondata di pensionamenti della generazione del baby boom, Swiss Life ha voluto esaminare anche se le imprese colpite dalla carenza di personale specializzato stiano attuando una politica del personale over 55 più attiva rispetto alle altre. «In effetti, i datori di lavoro che lamentano difficoltà di reclutamento favoriscono meno i pensionamenti anticipati. Le stesse imprese, tuttavia, non si impegnano maggiormente a promuovere la continuazione del lavoro oltre l’età di riferimento rispetto a quelle che non hanno difficoltà o hanno solo una difficoltà moderata a trovare personale qualificato», sostiene Myohl. Alla domanda sulle strategie adottate per coprire il fabbisogno di personale specializzato, il 22% dei datori di lavoro intervistati menziona esplicitamente come misura l’«assunzione di personale over 55». È interessante notare, tuttavia, che solo il 13% come misura promuove il lavoro oltre l’età di pensionamento. Le analisi di Swiss Life evidenziano che in questo ambito sussiste un notevole potenziale: già oggi un buon quinto del potenziale di forza lavoro inespresso a livello nazionale è rappresentato dalle persone tra i 55 e i 70 anni.

Dipendenti e datori di lavoro entrambi convinti della scarsa predisposizione dell’altro

Come vanno interpretati questi risultati? La domanda si pone anche alla luce dello studio di Swiss Life pubblicato a giugno 2024, che ha analizzato l’opinione delle persone salariate più prossime alla pensione riguardo al lavoro in età pensionabile. Rispetto all’autunno 2020, i segnali positivi o proattivi a favore del lavoro oltre l’età di riferimento sono leggermente aumentati sia da parte delle persone occupate over 55 sia da parte dei datori di lavoro. Tuttavia, nell’ottica delle e dei dipendenti la disponibilità a continuare a lavorare è spesso legata a condizioni quali ad esempio un orario di lavoro più flessibile. La maggior parte delle persone preferirebbe tuttora andare in pensione prima dei 65 anni. Nella maggioranza delle imprese vi è ora la possibilità di continuare a lavorare anche dopo l’età di pensionamento, ma solo in pochi casi viene promossa attivamente. Ciò probabilmente spiega la percezione reciproca dei due soggetti del mercato del lavoro: secondo il sondaggio di Swiss Life, chi è alle dipendenze di un’impresa percepisce in rari casi un chiaro interesse per l’impiego dopo i 65 anni e viceversa l’impresa percepisce in rari casi un chiaro interesse delle e dei dipendenti a continuare a lavorare. «Tuttavia si può ipotizzare che in futuro l’aggravarsi della carenza di personale qualificato dovuta a motivi demografici porti più dinamismo sul mercato del lavoro over 55 e soprattutto over 65, e che questo potenziale di forza lavoro venga sfruttato più attivamente», conclude Christen. (Swiss Life/hzi/ps)

La metodologia

Lo studio si basa su una serie di varie fonti di dati. Sulla base dei panel di AmPuls, GFK e Bilendi, su incarico di Swiss Life, a febbraio 2024 l’istituto di ricerche di mercato ValueQuest ha condotto un sondaggio rappresentativo per la Svizzera tedesca e romanda tra gerenti, membri del comitato di direzione e responsabili del personale. Al sondaggio condotto online hanno partecipato 1054 responsabili delle decisioni in ambito HR che lavorano per un’impresa con almeno quattro dipendenti. Il questionario utilizzato nel sondaggio è stato sviluppato dalle autrici e dagli autori e dalle collaboratrici e dai collaboratori scientifici di Swiss Life e completato da ValueQuest. L’analisi dei dati utilizzata nello studio, l’interpretazione e la redazione sono state effettuate dalle autrici e dagli autori di Swiss Life. Inoltre, per diverse analisi sono stati utilizzati dati della rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera (RIFOS) dell’Ufficio federale di statistica.