Nel corso dell'ultimo anno, i team responsabili della supervisione delle due grandi banche, UBS e Credit Suisse, sono stati «raggruppati e ampliati», scrive la Finma. Quest'anno per UBS sono previsti 40 audit in Svizzera e all'estero e due stress test su larga scala. Verranno analizzati diversi rischi, tra cui quelli relativi all'integrazione post-fusione, alla pianificazione del capitale e al comportamento commerciale.
Nelle sue statistiche generali, la FINMA ha dichiarato di aver condotto 732 indagini e di aver chiuso 27 procedimenti di enforcement.
L'istituto ha inoltre registrato 1248 intermediari nel settore assicurativo, un segmento che è passato sotto il suo controllo dall'entrata in vigore della Legge sulla vigilanza delle assicurazioni e dell'Ordinanza sulla vigilanza il 1° gennaio 2024.
Le spese operative sono ammontate a 142 milioni di franchi, 9 milioni in più rispetto all'anno precedente. Tali spese sono state coperte dalle entrate derivanti dalle tasse e dagli oneri di vigilanza. Il numero medio di dipendenti equivalenti a tempo pieno nel 2023 è stato di 583, rispetto ai 539 del 2022.
Nuovi strumenti necessari
Il presidente del Consiglio di amministrazione, Marlene Amstad, ha parlato dell'introduzione di un regime per i senior manager, una misura in vigore in altri Paesi che prevede la responsabilità personale dei membri del management, nonché il potere di imporre multe e la possibilità di comunicare più attivamente sull'attività di vigilanza.
La Finma si è spinta «ai limiti delle sue possibilità legali» nella crisi del Credit Suisse, ha dichiarato l'istituzione nella sua relazione annuale. Un mandato legale più solido è «necessario per consentire un intervento efficace nei sistemi di remunerazione». (awp/hzi/ps)