Progetti edili antiestetici, un cane che abbaia ininterrottamente, siepi lasciate crescere a dismisura: ecco alcune tematiche tipicamente in grado di turbare i rapporti di buon vicinato. Nel 2023 le denunce per controversie di questo tipo pervenute ad AXA-ARAG sono leggermente scese dello 0,7 per cento. E anche da gennaio a giugno 2024 le pratiche sono calate di circa il 4 per cento rispetto all’anno precedente. Ma se succede, di solito la causa scatenante sono i lavori in corso: le liti originate dagli interventi edilizi costituiscono circa un quinto di tutte le denunce per controversie fra vicini presentate ad AXA-ARAG.
Lavori e animali rumorosi
La litigiosità fra vicini in Svizzera si impenna in maniera particolare nei mesi estivi: «La maggior parte delle liti scoppia in primavera ed estate, quando si torna a passare più tempo in giardino o sul balcone e aspetti fastidiosi, come le emissioni acustiche, vengono percepiti in maniera amplificata», spiega Alexandra Pestalozzi, giurista presso AXA-ARAG. Le più frequenti cause di litigio sono sostanzialmente sempre le stesse: lavori, piantumazione e rumore; ma non mancano i problemi determinati dalla presenza di animali: un gallo che canta a squarciagola, un cane che abbaia in continuazione o campanacci troppo sonori al collo delle mucche racchiudono in sé già un potenziale di conflitto. In linea generale molti cantoni prescrivono il rispetto del silenzio dalle 22:00 alle 6:00 o alle 7:00 del mattino nei giorni feriali; in alcuni l’obbligo scatta anche prima. E una sentenza di tribunale ha addirittura stabilito che i galli di un comune dell’area zurighese avrebbero dovuto restare all’interno del pollaio fino alle 7 nei giorni feriali e fino alle 8 nei fine settimana. «Se i problemi derivano dalla presenza di animali rumorosi, consigliamo innanzitutto di cercare il dialogo e successivamente di coinvolgere l’amministratore dello stabile. Se questi tentativi dovessero rivelarsi vani è possibile richiedere l’assistenza di un legale», ricorda la giurista.
Barbecue e irrigazione: sì, ma con il dovuto riguardo
I problemi possono essere anche banalmente legati alla necessità di innaffiare le piante: «Un’irrigazione eccessiva può bagnare o tracimare inavvertitamente nel balcone del vicino sottostante; a lungo andare si possono verificare danni all’edificio, fino ad arrivare a vere e proprie infiltrazioni: sono casistiche che AXA-ARAG è chiamata a gestire continuamente», avverte Pestalozzi. Nella legislazione in materia di locazioni, prosegue la giurista, è previsto il principio di diligenza e rispetto. Gli inquilini devono cioè fare in modo di non causare pregiudizio agli altri oggetti in locazione: fra le azioni vietate c’è quella di non inondare i balconi dei vicini quando si innaffiano le piante. In linea generale lo stesso principio vale per i rapporti di vicinato.
Organizzare barbecue sul balcone o in giardino determina emissioni che potrebbero disturbare il vicinato. In linea di principio grigliare sul balcone non è vietato e l’amministratore non ha facoltà di proibirlo. Può darsi però il caso che si possano utilizzare solo determinati tipi di griglia: «In certi appartamenti in locazione sono consentiti solo barbecue a gas o elettrici. A tal riguardo è certamente consigliabile verificare cosa dicono il regolamento condominiale e il contratto di affitto», ricorda Pestalozzi. Ma si può vietare al vicino di grigliare? «In linea di principio non posso proibire al mio vicino di fare il barbecue. Anche in questo caso, se la questione non si risolve con il dialogo, è possibile coinvolgere l’amministratore o richiedere un’assistenza legale», afferma la giurista.
Procedura in caso di controversia
Prima di implementare grandi progetti di piantumazione, costruzione e altro, sarebbe bene prendere contatto con il vicinato e prevenire da subito possibili conflitti derivanti da emissioni acustiche e distanza dai confini. Qualora, nonostante tutto, si dovessero originare controversie di una certa entità, secondo Pestalozzi è bene discutere la questione in modo pacato e cercare insieme le possibili soluzioni. Se non riesce a comporre la questione con piena soddisfazione delle parti, si può ricorrere a un mediatore, che può essere un soggetto terzo neutrale oppure l’amministratore. «E se anche questo non basta, ci sono professionisti specializzati in mediazione, con cui abbiamo avuto e continuiamo ad avere ottime esperienze, per venire a capo delle controversie», commenta la giurista. Nella peggiore delle ipotesi, se i conflitti appaiono irrisolvibili, non resta che adire le vie della giustizia ordinaria. Spesso la sola presenza di un legale è sufficiente per riportare tutti a più miti consigli. (AXA/hzi/ps)