A partire da metà giugno, temporali e forti precipitazioni hanno colpito in particolare il Vallese e il Ticino, causando un «innalzamento estremo» dei livelli dei fiumi grandi e piccoli, come ha riferito martedì l'UFAM nella sua prima analisi delle inondazioni estive. Diverse persone hanno perso la vita.

La situazione è stata resa ancora più critica dal fatto che a giugno le regioni di alta quota erano ancora coperte da una quantità di neve superiore alla media. Le fresche temperature primaverili hanno ritardato il processo di scioglimento, sottolinea l'UFAM.

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Flusso di neve

Nella seconda metà di giugno le temperature erano elevate e il limite delle nevicate era alto. Il manto nevoso era fradicio e in procinto di sciogliersi. Il maltempo del periodo è stato aggravato da un intenso scioglimento della neve. Questa situazione si è rivelata “decisiva”, soprattutto per le elevate portate osservate nel bacino idrografico del Rodano.

Il 21 giugno, violenti temporali hanno causato inondazioni in Vallese, Ticino e Grigioni. Nel fiume Mesoa (GR) è stata registrata una portata di 649 metri cubi al secondo, un evento che si verifica in media ogni 50-100 anni, secondo l'UFAM. Si tratta di un nuovo record degli ultimi 43 anni. Nelle regioni colpite, molti fiumi hanno registrato inondazioni che si verificano ogni 10-30 anni.

200 litri per metro quadro in 24 ore

Le regioni del Vallese e del Ticino sono state le più colpite dai violenti temporali tra il 28 e il 30 giugno. In alta Val Maggia (TI) sono caduti circa 200 litri di pioggia per metro quadro in 24 ore.

Queste abbondanti precipitazioni, combinate con un forte scioglimento della neve, hanno causato un rapido innalzamento dei livelli d'acqua, in particolare sul Visp a Zermatt (VS), sul Rodano in Vallese e sulla Maggia in Ticino. Statisticamente, le piene misurate si verificano ogni 100-300 anni per il Rodano a Reckingen (VS) e la Reuss ad Andermatt (UR), e ogni 50-100 anni per il Rodano a Sion e la Maggia a Bignasco (TI).

Nonostante l'arrivo dell'estate, le alte portate dei fiumi significano anche forti correnti. I fiumi in piena possono essere turbolenti e rendere meno visibili le zone pericolose, avverte l'UFAM. Si raccomanda quindi prudenza, soprattutto quando si nuota nei fiumi. (awp/hzi/ps)